18 maggio 2010

Who’s Next

Verso la metà degli anni '60 gli Who seppero tradurre in musica il malessere e le esperienze adolescenziali dei giovani inglesi. My Generation era il manifesto di una intera generazione che voleva ribellarsi a quella dei propri genitori fino a sperare di morire prima di diventare vecchi. Gli Who sono gli anticipatori del movimento punk che sarebbe esploso dieci anni dopo.
Dopo i primi dirompenti album Pete Townshend, la "mente" del gruppo, inizia a dedicarsi a composizioni di opere rock. Dopo la pubblicazione di Tommy nel 1969 Townshend concepisce un'altra opera rock intitolata Lifehouse. Il progetto si rivela troppo ambizioso per i tempi tanto che verrà realizzato solo nel dicembre 1999 come dramma radiofonico in musica per la BBC a cui farà seguito nel 2000 un box set di 6 CD (The Lifehouse Chronicles). Il gruppo aveva già registrato alcuni brani e le tracce saranno utilizzate per produrre un album da titolo Who’s Next che uscirà nel 1971.Nel primo brano, Baba O’Riley, Townshend utilizza per la prima volta il sintetizzatore per confezionare un omaggio al minimalismo di Terry Riley e al santone indiano Meher Baba. La ballata Behind Blue Eyes è caratterizzata da una struggente melodia ed è diventata uno dei più celebri brani degli Who. L’album si chiude con il lungo manifesto di rivolta Won't Get Fooled Again.

16 maggio 2010

11 maggio 2010

Lo Zydeco

Lo Zydeco (dal francese les haricots) è una forma di musica folk, che si evolse durante la fine del 1800 per dar voce all'etnia meticcia di lingua francese Creola del Sud-Ovest della Louisiana. Durante i primi anni del XX° secolo questa musica profonda, altamente sincopata, dalle radici indigene, fu scoperta dagli etnomusicologi così come dalle etichette di registrazione. Di solito dai ritmi veloci, e dominata dalla fisarmonica e da una specie di lavatoio conosciuto col nome di rub-board o frottoir, la musica zydeco fu in origine pensata per le sale da ballo, per fare in modo che i neri e le persone libere di colore potessero riunirsi per socializzare. Allorquando i Creoli stabilirono le loro comunità di preghiera, la musica si spostò al centro della comunità cattolica ed in seguito alle sale da ballo rurali ed ai nightclub. Come risultato, lo Zydeco integrò valzer, danze shuffle, Passo a Due, blues, rock and roll, e molte danze musicali dell'epoca.
Oggi, la tradizione del cambiamento e dell'evoluzione in questo genere di musica continua, mantenendosi rilevante, integrando persino più generi come reggae, hip-hop, R&B, soul, ska, rock, afro-caraibica e altri stili che vanno aggiungendosi alle forme tradizionali.Gli inizi rurali dello zydeco e le condizioni economiche prevalenti durante la genesi di questo genere musicale, si riflettono sui titoli delle canzoni, sui testi e sul cantato depresso (blues).
La musica si presenta come sintesi della musica tradizionale Creola, con influenze dalla musica Cajun e dalla tradizione afro-americana inclusi R&B, blues, jazz, e gospel. Fu spesso definita solo come French music o come la-la. Il musicista Amédé Ardoin fece la prima registrazione di musica creola nel 1928. Questo tipo di musica servì da fondamenta per quel genere che verrà conosciuto più tardi col nome di zydeco.

Fats Domino

Antoine "Fats" Domino è nato il 26 febbraio 1928 in una zona povera di New Orleans che era stata da poco bonificata dalle paludi. Fin da giovanissimo impara a suonare il pianoforte influenzato dai pianisti boogie ed esibendosi nei locali honky tonk della città.
L'incontro con produttore Dave Bartholomew darà seguito a una collaborazione esemplare nell'ambito della musica rock di tutti i tempi. Il primo disco ufficiale è The Fat Man (1949), secondo molti il primo vero disco di rock and roll in quanto acquistato e ascoltato sia da ragazzi bianchi che da quelli afroamericani. Il brano è un rifacimento di Junker’s Blues di Champion Jack Dupree al quale Fats cambia le parole. A metà degli anni '50 Domino raggiunge le vette delle classifiche americane e inglesi con i dischi Ain’t That A Shame (1955), I’m In Love Again (the traditional Blueberry Hill, 1956), Blue Monday (1957), I’m Walking (1957). Il successo continuò fino ai primi anni '60, quando la British Invasion cambiò i gusti del pubblico giovanile.
La musica di Fats Domino si distaccava da quella dei maggiori roker considerata una minaccia dal pubblico adulto. La sua immagine era molto lontana dall’iconografia del rock and roll tutta sesso e ribellione. Il grasso, timido e riservato intrattenitore di New Orleans portò alle estreme conseguenze il vivace cajun boogie e il rilassato jump blues dei locali notturni della sua città. Con quello stile ibrido caratterizzato dalla sua voce in falsetto vendette sessantacinque milioni di dischi, risultando secondo soltanto a Presley.
Domino incise con regolarità fino al 1970, continuando a fare concerti dal vivo molto seguiti per vari decenni. La sua influenza sulla musica degli anni sessanta e settanta è testimoniata anche dal brano Lady Madonna dei Beatles che John Lennon e Paul McCartney scrissero per omaggiare il suo stile. L'ultimo suo successo è Fats is Back, proprio una cover del brano dei Beatles che rilancia l'immagine di Domino in Europa.

8 maggio 2010

Charles Ives

Charles Ives nacque nel Connecticut il 20 ottobre 1874, figlio di George che era un direttore di banda con interessi per la sperimentazione musicale come la costruzione di strumenti musicali che producevano quarti di tono. Un'altra esperienza di George Ives consisteva nel far suonare due brani con differente ritmo e tonalità da due bande che, marciando in direzione contrapposta, creavano effetti di poliritmia e politonalità. Questi esperimenti musicali del padre influenzarono fortemente il giovane Charles che, in seguito, riprodusse nelle sue composizioni ciò che aveva udito.
Charles Ives cominciò a comporre musica giovanissimo, sviluppando tecniche innovatrici che non potevano essere apprezzate dai suoi contemporanei condizionati da un clima musicale che faceva riferimento ai modelli ottocenteschi europei, soprattutto a quelli tedeschi. Il padre lo avviò allo studio del pianoforte, del violino, della cornetta e della composizione. Più tardi studiò l'organo e divenne dapprima organista nella chiesa battista, in seguito in una chiesa di Bloomfield (dal 1898 al 1900) e poi per due anni nella Central Presbyterian Church di New York.
Ives si rese conto della difficoltà di essere un musicista spregiudicatamente sperimentale in un ambiente musicale accademico e quindi decise di rinunciare a fare della composizione la propria professione, dandosi con successo all'attività di assicuratore e componendo nei momenti liberi. Le sue intuizioni musicali forgiarono un personalissimo linguaggio che era del tutto estraneo alle contemporanee ricerche delle avanguardie europee. Una delle caratteristiche più originali era quella di utilizzare complessi materiali eterogenei, sia da fonti classiche (come la Quinta di Beethoven) che da inni religiosi, canzoni, marce, musiche di banda. Nel 1981 scrisse Variations on "America" (ispirata dall'inno nazionale britannico) che eseguì personalmente per la festa dell'indipendenza il 4 luglio. Nel 1908 fu la volta di The Unanswered Question per un insolito insieme formato da una troma, quattro flauti e quartetto d'archi. La Concord Sonata (1909-1915) per pianoforte è formata da 4 movimenti dedicati a Emerson, Thoreau e agli Alcott. Tra le altre composizioni ricordiamo le 4 sinfonie, la Holydays Symphony (1904-1913), Central Park in the Dark (1906), Three Places in New England (1911-14), il Quartetto n. 2 e circa 150 Songs per voce e pianoforte.
Charles Ives morì a New York il 19 maggio 1954. Dopo meno di un decennio le sue composizioni iniziarono ad essere riconsiderate e Ives è attualmente considerato come dei più grandi compositori americani, sicuramente il primo di chiara fama.

4 maggio 2010

Venus in Furs

Venus in Furs è un brano dei Velvet Underground scritto da Lou Reed e pubblicato sul loro primo album del 1967 The Velvet Underground & Nico. La canzone si ispira all'omonimo romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, lo scrittore da cui deriva il termine masochismo, e narra di una morbosa storia di sesso impregnata di sadomasochismo.
La musica è contraddistinta dalla sonorità più tipica della band, caratterizzata dalla viola elettrica di John Cale e della Ostrich guitar di Reed, una chitarra con tutte le corde accordate sulla stessa nota.
Il brano veniva regolarmente eseguito durante gli show dell'Exploding Plastic Inevitable, uno degli spettacoli d'arte creato da Andy Warhol negli anni '60, dove ballerini muniti di fruste evocavano i personaggi del testo mentre il gruppo suonava.
L'ossessiva cadenza musicale sottolinea il clima morboso e perverso che nel finale si trasforma in una malinconica descrizione dell'angosciosa solitudine legata alla vita borghese: "I am tired, I am weary / I could sleep for a thousand years / A thousand dreams that would awake me / Different colors made of tears" (Sono stanco, sono esausto / Potrei dormire per un migliaio di anni / Un migliaio sono i sogni che potrebbero svegliarmi / Colori differenti, fatti di lacrime).

Kill for peace

Nel 1967 Tuli Kupferberg, straordinario personaggio della controcultura al confine fra mondo beat e folk revival, cantava insieme ai Fugs:
Kill, kill, kill for peace
Kill, kill, kill for peace
Near or middle or very far East
Far or near or very middle Ea
st.
Ammazza, ammazza, ammazza per la pace: nel vicino o medio o molto estremo oriente, nell’estremo, vicino, o molto medio Oriente…” E continuava, scandendo sui cliché degli slogan politici e pubblicitari: “Se non li ammazzi tu li ammazzeranno los cubanos […] se non li ammazzi potrebbero sovvertire la Prussia, se non li ammazzi potrebbero amare la Russia […] ammazza, ammazza, sarà bellissimo, me l’ha promesso il mio capitano…” Kupferberg continuò ad aggiornare la canzone con nuove strofe, fino almeno alla fine degli anni ’80.
Purtroppo il suo “Kill for peace” ha continuato nel tempo a trovare nitide risonanze come nei recenti “bombardamenti umanitari” di fine millennio.