Concludo questo spazio dedicato al mio primo anno da docente del conservatorio di Santa Cecilia dato che è iniziato il nuovo anno accademico.
Come ho già scritto, alla fine ho fatto più che altro delle considerazioni sullo stato dei conservatori in generale che di quello romano in particolare. Il grande e caotico cambiamento in atto nell'istruzione musicale italiana è un evento che ha messo in difficoltà quasi tutti i conservatori, in particolare quelli più grandi. Tra i tanti, un problema che si è verificato è quello della improvvisa mancanza di spazio. Corsi fatti in precedenza da un solo insegnante (jazz e musica elettronica, per esempio) si ritrovano attualmente organizzati con materie nuove che hanno determinato l'immissione di altri docenti (spesso esterni, anche se la legge prevede l'utilizzo prioritario di docenti interni). Non parliamo poi delle (doverose) immissioni della musica antica e, in qualche caso, della popular music. Una conseguenza è stata quella della mancanza di aule e strutture adeguate. In particolare i conservatori come Santa Cecilia, ubicati in prestigiose sedi storiche, non possono moltiplicare gli spazi legati anche da vincoli architettonici. Morale: o si trovano sedi aggiuntive (come cerca di fare il nostro direttore), o si è costretti a difficili convivenze e ad effettuare un rigido orario che non tiene conto delle esigenze didattiche.
Per concludere vorrei scrivere sulla situazione degli studenti che sono la categoria più penalizzata da questa situazione. All'incertezza sul loro futuro, in un paese dove si considera la musica (e l'arte in genere) come cosa di poca importanza, si aggiungono numerose difficoltà pratiche. Sarebbe il caso che anche noi docenti pensassimo in primo luogo ai loro problemi e successivamente ai nostri. Pensare al loro futuro vuol dire pensare anche al nostro e questo vale anche per chi è prossimo alla pensione (sempre se ci saranno le pensioni nel futuro del nostro disastrato paese).
2 commenti:
Salve Maestro, a proposito di popular music volevo chiederle se alla fine fosse riuscito ad avviare il suo corso sulla musica pop/rock/jazz cui accennava durante il seminario su Frank Zappa...
Ci sto provando, ma sono sempre in attesa di risposta...
Posta un commento