19 giugno 2009

Canzone napoletana (origni)

L'origine della canzone napoletana data intorno al XIII secolo e si sviluppò maggiormente dalla fine del Cinquecento alla fine del Settecento. Si trattava di una espressione artistica popolare carica di contenuti positivi ed ottimistici che raccontava la vita, il lavoro e i sentimenti popolari.
In seguito, nei suoi temi, venne incluso decadentismo, pessimismo e drammatismo ad opera di intellettuali che ne modificarono lo spirito originario. In quel periodo i maggiori musicisti e poeti locali si cimentarono nella composizione di numerose canzoni. Un esempio di tale tendenza è quello di Gabriele d'Annunzio che scrive i versi di 'A Vucchella.
Il periodo più importante della canzone napoletana è intorno ai primi dell'800 quando la canzone Palummella Zompa e Vola fu addirittura proibita perché alludeva alla libertà.
Nel 1835 a Napoli dilaga la melodia di Te Voglio Bbene Assaje scritta da Raffaele Sacco e la cui musica è di Filippo Campanella.

Il 7 settembre di ogni anno, in concomitanza con la festa della Natività di Maria, in mezzo a carri festanti e luminarie, si presentano al pubblico i nuovi brani che gli artisti hanno preparato per la stagione. Si tratta del Festival di Piedigrotta, che darà successo a pezzi celeberrimi quali Funiculì Funiculà e 'O Sole Mio e che vede la partecipazione tra gli autori di personalità quali Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, E.A. Mario, Ferdinando Russo, Ernesto Murolo.

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