5 febbraio 2010

Il Tabarin

Lo stile e la comicità del café-chantant escono dai locali frequentati dall’aristocrazia e dalla borghesia liberale per approdare ai grandi spazi del teatro. che segue i gusti emergenti delle classi medie. Il nuovo ceto sociale determinerà l’enorme successo del Tabarin dove, oltre ad assistere alle rappresentazioni di arte varia, si poteva ballare.
Il tabarin, che si può considerare il progenitore del night e delle balere, provoca una mutazione dei tanti locali che erano appartenuti al caffè concerto.
Anna Fougez, simbolo di seduzione, è la diva che segna il passaggio dal mondo del café-chantant verso il tabarin e il varietà cantando con voce roca Vipera (1919) e La violetera (1920).
Gino Franzi contribuisce alla modernizzazione del costume e del gusto musicale italiano grazie a titoli come Addio Tabarin, Scettico blu, Abat-jour e Balocchi e profumi.

23 gennaio 2010

Leopoldo Fregoli

Leopoldo Fregoli nasce a Roma il 2 luglio 1867. Dopo le prime esperienze teatrali, concentra la sua attività su numeri funambolici di trasformismo, raggiungendo grande fama internazionale. Adatta varie forme di comunicazione a questo spettacolo di teatralità circense, anche la canzone che ha praticato soprattutto in versione dialettale. Sono da ricordare le sue apparizioni al Festival di San Giovanni dove vinse la prima edizione interpretando la canzone Le Streghe scritta da Nino Ilari e musicata da Alipio Calzelli.
La sua abilità nell’interpretare da solo una commedia con quindici personaggi ha fatto coniare il termine “fregolismo”, proprio per intendere la capacità di trasformarsi in pochi momenti. Ai suoi spettacoli contribuivano poche persone: un direttore d’orchestra, un regista, due macchinisti, due elettricisti, un meccanico, due trovarobe, una modista e una sarta. Ha furoreggiato dagli ultimi anni dell’Ottocento alla metà degli anni Venti esibendosi in più di 650 teatri di tutto il mondo.
Quando si ritira dalle scene si stabilisce a Viareggio dove muore il 26 novembre del 1936.
Scrisse un libro autobiografico pubblicato nel 1936 con il titolo Fregoli raccontato da Fregoli, riletto e ripubblicato nel 2007 a cura di Arturo Brachetti che lo ha portato in scena in forma di musical dal titolo Fregoli.

22 gennaio 2010

Il Caffè concerto

Fra la fine del 1800 e l’inizio della Grande Guerra è possibile assistere a spettacoli comici, cabaret, pantomime, balletti e ascoltare canzoni nei Caffè concerto, locali dove si potevano consumare bevande e generi alimentari nel corso dello spettacolo.
Il fenomeno nacque a Parigi nel XVIII secolo con il nome di Café-chantant (o Café-concert) grazie all’abolizione del monopolio dei teatri che permise, a partire dal 1791, l’apertura di numerose sale di spettacolo. Tuttavia solo la metà del XIX secolo vide il nuovo fenomeno diffondersi anche nelle città di provincia e all'estero. A differenza dei Tabarin, molto simili, non vi si praticava il ballo da parte degli spettatori.
I Café-chantant segnarono l’emergere di una cultura popolare che diede vita alla tradizione della canzone francese, ma anche del music-hall e del cinema.
In Italia questo nuovo spettacolo approdò a Napoli dove, nel 1890, fu inaugurato il Caffè Margherita. Seguono l’Eden a Bologna, l’Alhambra e le Folies-Bergères a Firenze, il Diana a Milano, il Maffei a Torino , l’Olympia e il Margherita a Roma.

In questi locali hanno inizio le carriere di nuovi divi, che devono il loro successo soprattutto alla propria presenza scenica. A Napoli le dive del Caffè concerto vengono chiamate sciantose, termine derivato dal francese chanteuse (cantante). Nel 1875 Luigi Stellato lancia l’idea dello spogliarello attraverso la sua famosa A cammesella. Da questo momento il Caffè concerto italiano si differenzia da quello francese, pieno di fascino e raffinatezza, diventando un “luogo di perdizione” dove il pubblico si reca alla ricerca di atmosfere maliziose e dove si iniziano a utilizzare canzoni dal soggetto audace e con doppi sensi.
Nei caffè concerto trovano spazio anche i comici del futuro teatro delle varietà. Personaggi come Nicola Maldacea, Leopoldo Fregoli, Ettore Petrolini e Raffaele Viviani iniziano la loro gavetta su questi palcoscenici.

11 gennaio 2010

Screamin' Jay Hawkins

Nel 1956, mio primo anno di vita, oltre a Elvis Presley che sandalizzava la società americana con la sua apparizione televisiva all’Ed Sullivan Show usciva I Put A Spell On You di Screamin’ Jay Hawkins.
Screamin Jay Hawkins è un bizzarro personaggio che viene considerato un punto di riferimento di molti artisti rock delle generazioni successive. Nasce il 18 luglio 1929 a Cleveland, Ohio e nel 1951 inizia la sua carriera musicale come pianista jazz. Il grande successo di I Put A Spell On You è dovuto anche alle sue stravaganti esibizioni accompagnate da elementi macabri, come bare e teschi, oppure fatte in palese stato di ubriachezza.
Tra gli altri suoi brani si segnalano Why did you waste my time, Hong Kong, Yellow coat, Alligator wine, Constipation blues, Orange colored sky e Feast of the Mau Mau.
Dopo una lunga convalescenza Screamin Jay Hawkins torna alla ribalta alla fine degli anni '60, soprattutto in Europa.
Ha partecipato anche in alcuni film tra i quali Stranger than paradise di Jim Jarmusch (1984).
Muore il 12 febbraio 2000 dopo un’operazione per un aneurisma, lasciando molti figli da diverse donne.

13 dicembre 2009

Taranta e Tarantati

estatto dalla tesina di Sandra Graniti
La Taranta prende nome da un ragno chiamato Lycosa tarentula, anche se probabilmente anche il nome dell’insetto deriva dalla città di Taranto. In base ad antiche credenze popolari, il morso di questo ragno portava a delle reazioni isterico – convulsive, la cui, unica, cura era la musica e la danza. Le donne morse dalla tarantola, le tarantate, ballavano per giorni e giorni fino allo sfinimento. Il tarantismo nasce nel medioevo, ma conosce il suo periodo più florido a partire dal XVIII secolo fino ad arrivare al XIX, per subire un progressivo declino dettato dal miglioramento delle condizioni di vita e del benessere. La tradizione vuole che i Santi Pietro e Paolo sostarono a Galatina dove San Paolo, in segno di riconoscenza per l'ospitalità ricevuta da un abitante del paese, diede a costui ed ai suoi discendenti il potere di guarire coloro che fossero stati morsi da animali velenosi. Nel luogo dove il santo trovò ospitalità fu costruita la cappella dedicata San Paolo. Al suo interno sorgeva un pozzo la cui acqua benefica aveva proprietà terapeutiche per i tarantolati. Durante il rito di guarigione la musica suonava a ritmo frenetico e il morsicato, quasi sempre donna, si dimenava forsennatamente per terra. Il prodigio prevedeva che il tarantolato dovesse bere l’acqua del pozzo per poi rimetterla nella cavità dalla qale sarebbere usciti dei serpenti. Il tarantolato doveva quindi richiudere l’imboccatura con il coperchio per evitare che i rettili fuoriuscissero dalla cavità. Col tempo la falda acquifera si è inaridita e dal 1959 il pozzo è stato murato per motivi igienici.
Vittime del morso del ragno erano, per lo più, le donne che durante il periodo della mietitura del grano erano più esposte al rischio di essere morse dal ragno malefico. Durante la trance le tarantate esibivano dei comportamenti osceni, mimando rapporti sessuali ed orinando sugli altari. Per questi motivi la chiesa di San Paolo venne sconsacrata e San Paolo da santo protettore degli avvelenati cominciò ad essere ricordato come il santo della sessualità.
Dal punto di vista musicale possiamo dire che i ritmi e le melodie, della taranta, possono andare dal lento al vivace. È doversoso dire che vi sono anche dei sotto gruppi stilistici come per esempio la pizzica pizzica, pastorale, zumparella ecc. e vari sono anche i tempi in cui sono scritte (2/4, 6/8, ecc.), cosi come vari possono essere gli stumenti impiegati: chitrarra battente, tamburo, organetto e molti altri. La melodia è molto semplice, in generale le note si muovono per gradi congiunti con una nota che ritorna alla tonica.

11 dicembre 2009

Carlo Buti

Il cantante fiorentino Carlo Buti è considerato uno degli artefici di quel genere che verrà più tardi definito come canto melodico all’italiana. Il suo stile innova profondamente le tecniche canore del tempo, contaminando l’impostazione lirico-tenorile dei cantanti da romanza con gli abbellimenti vocali e i gorgheggi degli stornellatori toscani. Comincia a cantare fin da ragazzo nei locali della campagna fiorentina e nel 1931 partecipa al Festival di Piedigrotta. L’incontro con la melodia napoletana determina una svolta nella sua carriera che lo porta a pubblicare vari dischi di canzoni napoletane e a farlo conoscere a un pubblico più vasto. Sul finire degli anni Trenta è protagonista del primo boom discografico della storia italiana con canzoni come Portami tante rose e Violino tzigano, grazie anche alla grande popolarità che gli deriva dal fatto di essere il primo cantante lanciato dalla radio. La sua voce diventa popolarissima e il suo successo attraversa anche i confini d’Italia. I suoi dischi ottengono, infatti, qualche anno dopo, un buon successo di vendite anche negli Stati Uniti. Nel 1935 è il primo interprete di Faccetta nera, una canzone che non era nata per celebrare il fascismo come si può pensare ai giorni nostri. Tra i suoi successi sono da ricordare anche Bombolo, Quel motivetto che mi piace tanto, Parlami d’amore Mariù, Chitarra romana e Bambina innamorata.

Donna Lombarda

Donna Lombarda è una canzone epico-narrativa tra le più diffuse in Italia. Compare anche in alcune regioni del nord della Francia e in altre regioni europee a substrato provenzale-celtico. Il canto è stato fatto risalire all'epoca dei Longobardi e presenta numerosissime varianti regionali.
La storia narra di una moglie che cerca di avvelenare il marito su istigazione del proprio amante (spesso si tratta di un Re). Il delitto viene sventato da un bambino di pochi mesi (o di pochi anni) che miracolosamente comincia a parlare. Potrebbe essere giunta in Italia tramite i trovatori che si riunivano nel castello dei Malaspina ad Oramala, sulle montagne pavesi, per cantare le loro storie. Costantino Nigra la vuole legata alla vicenda di Rosmunda e Alboino, re dei Longobardi.
Donna lombarda donna lombarda donna lombarda donna lombarda amème mì amème mì
cos vot che t'ama che g’ho ‘l marito cos vot che t'ama che g’ho ‘l marito che lui mi vuol ben che lui mi vuol ben
vot ca t'insegna a farlo morire vot ca t'insegna a farlo morire t'insegnerò mì t'insegnerò mì
va ad cò dell'orto del tuo buon padre va ad cò dell'orto del tuo buon padre, là c'è un serpentin là c'è un serpentin
taglia la testa a quel serpentino taglia la testa di quel serpentino poi pestala ben poi pestala ben
e poi mettila nella botticella e poi mettila nella botticella del vin pusé bon del vin pusé bon
vien cà ‘l marito tutto assediato vien cà ‘l marito tutto assediato va a trar del vin da quel pusé bon
traghilà quel bianco traghilà quel nero traghilà quel bianco traghilà quel nero da quel pusé bon da quel pusé bon
donna lombarda cos’ha quel vino donna lombarda cos’ha quel vino che l’è intorbiolì che l’è intorbiolì
l’è stato il tuono dell’altra notte l’è stato il tuono dell’altra notte che l’ha intorbiolì che l’ha intorbiolì
ma un bambino di pochi anni ma un bambino di pochi anni lù l'ha palesà lù l'ha palesà
o mio buon padre non bere quel vino o mio buon padre non bere quel vino che l'è avvelenà che l'è avvelenà
sol per l’amore del re di Francia sol per l’amore del re di Francia io lo beverò io lo beverò
ogni goccino che lei beveva ogni goccino che lei beveva addio marì ciao marì
la s’intendeva da farla agli altri la s’intendeva da farla agli altri la s’l’è fatta a lé la s’l’è fatta a lé.