Il cantante fiorentino Carlo Buti è considerato uno degli artefici di quel genere che verrà più tardi definito come canto melodico all’italiana. Il suo stile innova profondamente le tecniche canore del tempo, contaminando l’impostazione lirico-tenorile dei cantanti da romanza con gli abbellimenti vocali e i gorgheggi degli stornellatori toscani. Comincia a cantare fin da ragazzo nei locali della campagna fiorentina e nel 1931 partecipa al Festival di Piedigrotta. L’incontro con la melodia napoletana determina una svolta nella sua carriera che lo porta a pubblicare vari dischi di canzoni napoletane e a farlo conoscere a un pubblico più vasto. Sul finire degli anni Trenta è protagonista del primo boom discografico della storia italiana con canzoni come Portami tante rose e Violino tzigano, grazie anche alla grande popolarità che gli deriva dal fatto di essere il primo cantante lanciato dalla radio. La sua voce diventa popolarissima e il suo successo attraversa anche i confini d’Italia. I suoi dischi ottengono, infatti, qualche anno dopo, un buon successo di vendite anche negli Stati Uniti. Nel 1935 è il primo interprete di Faccetta nera, una canzone che non era nata per celebrare il fascismo come si può pensare ai giorni nostri. Tra i suoi successi sono da ricordare anche Bombolo, Quel motivetto che mi piace tanto, Parlami d’amore Mariù, Chitarra romana e Bambina innamorata.
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