22 gennaio 2010

Il Caffè concerto

Fra la fine del 1800 e l’inizio della Grande Guerra è possibile assistere a spettacoli comici, cabaret, pantomime, balletti e ascoltare canzoni nei Caffè concerto, locali dove si potevano consumare bevande e generi alimentari nel corso dello spettacolo.
Il fenomeno nacque a Parigi nel XVIII secolo con il nome di Café-chantant (o Café-concert) grazie all’abolizione del monopolio dei teatri che permise, a partire dal 1791, l’apertura di numerose sale di spettacolo. Tuttavia solo la metà del XIX secolo vide il nuovo fenomeno diffondersi anche nelle città di provincia e all'estero. A differenza dei Tabarin, molto simili, non vi si praticava il ballo da parte degli spettatori.
I Café-chantant segnarono l’emergere di una cultura popolare che diede vita alla tradizione della canzone francese, ma anche del music-hall e del cinema.
In Italia questo nuovo spettacolo approdò a Napoli dove, nel 1890, fu inaugurato il Caffè Margherita. Seguono l’Eden a Bologna, l’Alhambra e le Folies-Bergères a Firenze, il Diana a Milano, il Maffei a Torino , l’Olympia e il Margherita a Roma.

In questi locali hanno inizio le carriere di nuovi divi, che devono il loro successo soprattutto alla propria presenza scenica. A Napoli le dive del Caffè concerto vengono chiamate sciantose, termine derivato dal francese chanteuse (cantante). Nel 1875 Luigi Stellato lancia l’idea dello spogliarello attraverso la sua famosa A cammesella. Da questo momento il Caffè concerto italiano si differenzia da quello francese, pieno di fascino e raffinatezza, diventando un “luogo di perdizione” dove il pubblico si reca alla ricerca di atmosfere maliziose e dove si iniziano a utilizzare canzoni dal soggetto audace e con doppi sensi.
Nei caffè concerto trovano spazio anche i comici del futuro teatro delle varietà. Personaggi come Nicola Maldacea, Leopoldo Fregoli, Ettore Petrolini e Raffaele Viviani iniziano la loro gavetta su questi palcoscenici.

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