Tim Buckley (1947 – 1975), è stato un musicista dalle
incredibili doti vocali. Definirlo folk singer o cantautore risulta limitativo in quanto con il canto ha lavorato a grandi sperimentazioni, soprattutto negli anni
“di mezzo” della sua carriera. Purtroppo sono anche gli anni della scoperta dell’eroina che lo
porterà alla morte per overdose, ma sono gli anni e degli album più sperimentali come Blue Afternoon, Lorca e Starsailor.
Dopo gli esordi inizia a scrivere da sé i testi, che
riflettono la sua tormentata interiorità, e la sua produzione vira verso un
folk macchiato di blues e jazz. Viene presto notato nel circuito folk di Los Angeles e Herb Cohen, il manager di Frank Zappa e Captain Beefheart, decide di metterlo sotto contratto proponendolo a Jac Holzman della Elektra.
In Gipsy
Woman comincia a forzare i limiti della voce che diviene sempre più urlata e con toni cupi e disperati. La sua maturazione artistica lo isola sempre più dalla musica dei suoi contemporanei, con la conseguente perdita di mercato che porta l’Elektra alla decisione di rescindere il contratto.
Ignorato dalla critica rock del tempo, oggi è considerato uno dei più grandi cantanti e musicisti della storia del rock.
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