3 aprile 2011

Kora

La kora è uno strumento musicale particolarmente diffuso presso i popoli Mandinka dell’Africa occidentale (Mali, Guinea, Senegal e Gambia). del gruppo dei cordofoni, della famiglia delle arpe a ponte; organologicamente è considerata un’arpa-liuto.

La cassa di risonanza è costituita da una mezza zucca vuota (calebasse) ricoperta di pelle di animale (antilope o mucca) dal quale sporge un lungo manico su cui vengono legatele le corde tramite anelli di pelle che, opportunamente spostati, servono anche per variare l’accordatura dello strumento. In origine le corde erano solo 3, ma attualmente sono 21 con varianti da 23 fino ad un massimo di 28 corde che si ripartiscono su due file parallele e separate da un ponticello. Le corde erano tradizionalmente fatte di budello o di cuoio (antilope); oggi viene spesso usato il filo di nylon (filo da pesca) oppure le corde d’arpa. Per formare una corda più spessa con un timbro specifico (ad esempio per i bassi) talvolta si usa intrecciare i fili.

La kora è lo strumento tradizionale degli jali (djeli) o griot, una sorta di cantastorie depositari della conoscenza sulle tradizioni, le gesta degli antenati, gli alberi genealogici dei clan, ovvero dell’intera tradizionale orale del popolo. Per questo motivo i griots godono di un grande rispetto presso i popoli Mandinka e un tempo erano consiglieri del re. Ogni famiglia principesca aveva il suo griot incaricato di conservarne la tradizione e le gesta.

L’esecutore suona lo strumento ponendolo davanti a sé e pizzicando le corde con il pollice e l’indice di entrambe le mani. Ogni composizione viene eseguita seguendo una accordatura specifica: tomora ba (o sila ba), hardino, sauta e tomora mesengo che corrispondono grosso modo alla scala maggiore, alla scala minore, alla scala lidia e alla scala blues.

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