estatto dalla tesina di Sandra Graniti
La Taranta prende nome da un ragno chiamato Lycosa tarentula, anche se probabilmente anche il nome dell’insetto deriva dalla città di Taranto. In base ad antiche credenze popolari, il morso di questo ragno portava a delle reazioni isterico – convulsive, la cui, unica, cura era la musica e la danza. Le donne morse dalla tarantola, le tarantate, ballavano per giorni e giorni fino allo sfinimento. Il tarantismo nasce nel medioevo, ma conosce il suo periodo più florido a partire dal XVIII secolo fino ad arrivare al XIX, per subire un progressivo declino dettato dal miglioramento delle condizioni di vita e del benessere. La tradizione vuole che i Santi Pietro e Paolo sostarono a Galatina dove San Paolo, in segno di riconoscenza per l'ospitalità ricevuta da un abitante del paese, diede a costui ed ai suoi discendenti il potere di guarire coloro che fossero stati morsi da animali velenosi. Nel luogo dove il santo trovò ospitalità fu costruita la cappella dedicata San Paolo. Al suo interno sorgeva un pozzo la cui acqua benefica aveva proprietà terapeutiche per i tarantolati. Durante il rito di guarigione la musica suonava a ritmo frenetico e il morsicato, quasi sempre donna, si dimenava forsennatamente per terra. Il prodigio prevedeva che il tarantolato dovesse bere l’acqua del pozzo per poi rimetterla nella cavità dalla qale sarebbere usciti dei serpenti. Il tarantolato doveva quindi richiudere l’imboccatura con il coperchio per evitare che i rettili fuoriuscissero dalla cavità. Col tempo la falda acquifera si è inaridita e dal 1959 il pozzo è stato murato per motivi igienici.
Vittime del morso del ragno erano, per lo più, le donne che durante il periodo della mietitura del grano erano più esposte al rischio di essere morse dal ragno malefico. Durante la trance le tarantate esibivano dei comportamenti osceni, mimando rapporti sessuali ed orinando sugli altari. Per questi motivi la chiesa di San Paolo venne sconsacrata e San Paolo da santo protettore degli avvelenati cominciò ad essere ricordato come il santo della sessualità.
Dal punto di vista musicale possiamo dire che i ritmi e le melodie, della taranta, possono andare dal lento al vivace. È doversoso dire che vi sono anche dei sotto gruppi stilistici come per esempio la pizzica pizzica, pastorale, zumparella ecc. e vari sono anche i tempi in cui sono scritte (2/4, 6/8, ecc.), cosi come vari possono essere gli stumenti impiegati: chitrarra battente, tamburo, organetto e molti altri. La melodia è molto semplice, in generale le note si muovono per gradi congiunti con una nota che ritorna alla tonica.